Cattedrale di Carinola: lacerto di affresco del periodo angioino sul sacello paleocristiano |
Tra le condizioni dell' investitura pontificia a re di Sicilia, Carlo d'Angiò aveva giurato di ridare agli ecclesiastici tutti i privilegi negati loro dagli Svevi; di restituire alle chiese e ai prelati esiliati i beni occupati dagli Svevi; di cessare gli abusi e di ricondurre il Regno al periodo di pace e giustizia di Guglielmo il Buono. Ma non mantenne neanche uno dei suoi propositi. Anzi, approfittando delle ribellioni popolari per la morte di Corradino, si adoperò per sciogliere se stesso e i suoi da ogni vincolo nei confronti del Papa. D'altra parte era venuto in Italia per conquistare e si comportò da vero conquistatore, sfruttando ogni minima cosa a favore suo e dei suoi baroni.
Le collette generali,
che fin dai pempi di Federico Barbarossa erano limitate a soli
quattro casi feudali (invasione del Regno o grave ribellione;
prigionia del re; armamento generale al seguito del re; nozze della
figlia o della sorella del re), furono rese, con la violenza, molto
più frequenti e per motivi molto diversi da quelli soliti. Ora i
giustizieri delle province raccoglievano collette anche per gli
stipendi dei soldati mercenari, per l'armamento delle galee, per il
loro mantenimento e quello dei marinai, per la festa alla nomina di
cavaliere del figlio del re ecc. La somma di queste collette era
esorbitante: nel 1276 si arrivò ad imporre ai residenti regnicoli la somma di
60.170 once d'oro, divise per provincia e non si capisce su quali basi.
La provincia di Terra di Lavoro e Contado Molise doveva versare la somma più alta: 8089 once d'oro. Furono moltiplicate le gabelle sulle derrate alimentari e di alcuni alimenti il re si riservò lo spaccio per avere più entrate regie.
La provincia di Terra di Lavoro e Contado Molise doveva versare la somma più alta: 8089 once d'oro. Furono moltiplicate le gabelle sulle derrate alimentari e di alcuni alimenti il re si riservò lo spaccio per avere più entrate regie.
L' azione più rapida
intrapresa da Carlo d'Angiò subito dopo la conquista del Regno di
Sicilia fu la sostituzione del vecchio baronaggio svevo, a lui nemico,
con un baronaggio provenzale, per lo più fatto dai baroni che lo
avevano aiutato nella conquista.
Non fu sicuramente una sostituzione indolore perchè le insolenze e le ingiustizie dei nuovi arrivati, ma soprattutto la loro rapacità, indisponeva sia il popolo che i vecchi baroni. Si intuisce facilmente che tutte queste situazioni, soprattutto l'oppressione fiscale, furono la vera causa della Guerra del Vespro del 1282.
Non fu sicuramente una sostituzione indolore perchè le insolenze e le ingiustizie dei nuovi arrivati, ma soprattutto la loro rapacità, indisponeva sia il popolo che i vecchi baroni. Si intuisce facilmente che tutte queste situazioni, soprattutto l'oppressione fiscale, furono la vera causa della Guerra del Vespro del 1282.
Come dice il Greco nella
sua Storia di Mondragone parlando di Carlo d'Angiò: “è lunghissimo l'elenco dei premi; è
lunghissimo l'elenco delle vendette. Fu splendido oltremisura nel
donare; fu spietato, più che belva, nel punire...”.
La gran parte
delle donazioni risale all'incerca al 1269, subito dopo la Battaglia
di Benevento del 1266 ed è raccolta in un Quaternus de
Principatibus, Comitatibus, Honoribus, Baroniis Feudis ed
Burgensaticis.
Cosa avvenne della Contea
di Carinola il cui ultimo signore svevo, Corradello, era stato
incarcerato insieme alla nonna Siffridina perchè non avevano voluto
fare giuramento di fedeltà a Carlo?
La Contea di Carinola e
la Rocca Montis Dragonis furono concesse come dono di nozze all'
unica figlia di Carlo, Beatrice, la quale sposò Filippo di
Courtenay, Re di Tessaglia e figlio ed erede dell'imperatore di
Costantinopoli Baldovino.
Carinola era una Contea abbastanza ricca
oltre che strategicamente importante; infatti, lo scopo di questa
donazione fu proprio quello di offrire agli sposi dei proventi degni del loro
ruolo, oltre ad affidare a stretti consanguinei il controllo del territorio, come da tradizione.
La ricchezza della Contea
derivava sicuramente dalla produzione di prodotti agricoli che veniva
esportati a Napoli e poi anche a Firenze, mediante l'esistenza di un porto, collegato alla
Rocca di Montis Dragonis, come si può dedurre da un documento del
1270 tratto dal Registro angioino. Carinola era uno dei
fornitori agricoli del Regno e, sempre nel 1269, in seguito ad una
carestia che si verificò in Terra di Lavoro, il re nominò un
calmiere dei prezzi per evitare speculazioni ai danni della
popolazione. Il calmiere stabilì i prezzi per Carinola, Mondragone e
Sessa e veniamo così a sapere che con un'oncia d'oro si potevano
vendere 19 tomole di grano oppure 40 tomole di orzo o 40 di miglio,
mentre in altri luoghi e nella stessa Napoli i prezzi erano più elevati.
Sempre per un'oncia d'oro a Napoli si potevano vendere 15 tomole di
grano o 30 tomole di orzo o miglio. Questo ci dice che i prodotti
agricoli provenienti dalla nostra contea erano molto richiesti e
portavano ricchezza.
A causa della sua
ricchezza di rendite, la Contea di Carinola fu usata, per tutto il
periodo angioino, come donativo per premiare i baroni dei speciali
servigi che rendevano al re.
Dopo Filippo de
Courtenay, la Contea di Carinola e la Rocca di Mondragone furono date a Guglielmo d'Alneto, figlio di Gualtiero, Gran Siniscalco del re e
viceré della Provenza e dopo ancora fu Francesco Del Balzo ad essere signore di Carinola e Teano.
Nel 1282 esse
andarono invece al milite e nobiluomo Goffredo di Janvilla che, in
cambio, restituì alla Corona Castellammare di Stabia, meno
fruttuosa. In seguito, esse furono date a Sergio Siginolfo, signore
di nobilissima famiglia napoletana.
Per tutto il periodo
angioino, Carinola non trovò stabilità sotto il comando e
la protezione di un' unico signore. Bisogna aspettare il periodo
aragonese e l'arrivo dei Marzano perché la Contea ritrovi stabilità amministrativa e magnificenza.
cdl
Alcuni testi consultati
Amari Michele – La guerra del
Vespro Siciliano – Firenze, 1861
Broccoli Angelo – Archivio
Storico Campano, vol 2, parte 3
– Caserta, 1893-1894
Clifford R. Backam - The decline and fall of medieval Sicily - Cambridge,1995
Clifford R. Backam - The decline and fall of medieval Sicily - Cambridge,1995
Crimaco L. - Sogliani F. (a cura di) -
Dieci anni di ricerche archeologiche a Mondragone e nel suo
territorio – (1997-2007) - Sparanise (CE), 2007
Favilli Paolo - Riformismo alla prova ieri e oggi. La grande riforma tributaria - Milano, 1990-2009
Favilli Paolo - Riformismo alla prova ieri e oggi. La grande riforma tributaria - Milano, 1990-2009
Greco Biagio – Storia di
Mondragone – Napoli, 1927
Malaspina
Saba – Rerum
Sicularum Historia (1250-1285),
in G. Del Re, Cronisti
e scrittori sincroni napoletani,
II, Cronisti
e scrittori sincroni della dominazione normanna nel Regno di Puglia e
di Sicilia,
Napoli 1868
Sanudo Torsello Marino – Storia di
Carlo d'Angiò e della guerra del Vespro Siciliano - Napoli, 1862
Tramontana Salvatore – Gli anni
del Vespro – Bari, 1989