Francesco d'Assisi - Affresco nel convento benedettino Sacro Speco di Subiaco |
Un apostolo di Cristo
come lo era S. Francesco non
poteva lasciare l’importantissimo e vasto Regno di Sicilia senza
evangelizzazione. E infatti non lo aveva lasciato senza: già vi evangelizzavano
i suoi frati fin dal 1216. Tuttavia, nel 1222 intraprese personalmente un viaggio apostolico-penitenziale nel Regno per rafforzare nella fede i suoi frati e per recarsi,
come pellegrino, al Santuario dedicato a San Michele Arcangelo, sul Gargano, di
cui era devotissimo.
I primi biografi del Santo e le cronache dell’Ordine, soprattutto
quelle di fra’ Mariano da Firenze e fra’ Francesco Gonzaga, riprese poi dal teologo e
storico francescano del XVI secolo Luca Wadding nei suoi Annales, attestano la presenza di San Francesco a
Carinola nei primi mesi del XIII secolo.
Così scrive il Wadding:
Il Santo uomo venne a Carinola, o Caleno, città della Campania felice, distante circa quattromila passi dalla conosciutissima città di Mondragone, e predicò con grande profitto delle anime e con incremento del suo Ordine, accettò per i suoi un’abitazione sotto il titolo di Giovanni Battista, che dopo la sua morte fu dedicata al nome stesso del Santo uomo.
Il Santo uomo venne a Carinola, o Caleno, città della Campania felice, distante circa quattromila passi dalla conosciutissima città di Mondragone, e predicò con grande profitto delle anime e con incremento del suo Ordine, accettò per i suoi un’abitazione sotto il titolo di Giovanni Battista, che dopo la sua morte fu dedicata al nome stesso del Santo uomo.
Era molto probabilmente la primavera del
1222 quando Francesco d’Assisi arrivò a Carinola, proveniente da Gaeta. Non
sappiamo chi fosse il vescovo della diocesi calinense in quel periodo; era
appena stato deposto per ignoranza, nel 1221, l’anonimo vescovo voluto dalla
contessa di Caserta, Adelagia, e sembra non ci siano i documenti che ci dicano
chi fosse il nuovo vescovo. Sappiamo però che egli accolse Francesco con tutti
gli onori del caso e gli diede il permesso di predicare nella sua diocesi, secondo
le istruzioni di una lettera che papa Onorio
III aveva mandato a tutti i vescovi, invitandoli ad accogliere e a lasciar
predicare senza timore quest’umile frate.
Luca Menna, notaio e storico locale
del XIX secolo, ci dice che San
Francesco rimase in territorio carinolese per sette anni.
Questa affermazione
mi sembra un po’ azzardata e non so a
quali fonti il Menna abbia attinto l' informazione. E’ pur vero che il Regno di Sicilia era
importantissimo e vasto, ma proprio perché lo era, sette anni a Carinola per
uno come Francesco, votato all’evangelizzazione continua, sono effettivamente un po’
troppi. Inoltre, le date della sua
sicura presenza in altri luoghi si accavallano e non coincidono con la sua
presenza a Carinola.
Comunque il periodo di permanenza di Francesco a Carinola
non deve essere stato brevissimo. Carinola era un feudo importante, situato
sulla via principale che univa Roma e Napoli, e probabilmente Francesco lo usò
come base logistica per evangelizzare i dintorni. Lo troviamo infatti anche a
Sessa Aurunca dove fece il bellissimo miracolo di risuscitare un ragazzo
morto per un terremoto, miracolo affrescato poi da Giotto nella Basilica
di Assisi.
Tenendo anche presente le condizioni fisiche di Francesco, che
morirà quattro anni dopo, nel 1226, macerato dalle penitenze, è possibilissimo
che si sia dovuto fermare qualche mese.
Francesco accettò in
dono dal vescovo (o dai Signori di Carinola) un luogo ai piedi della collina di Sant’Arcangelo, a Casanova,
dove seppellire i suoi frati e lui stesso
edificò le mura perimetrali del piccolo cimitero. Su questo “primitivo
luogo” francescano, dedicato inizialmente a San Giovanni Battista è poi sorto
il Convento che, alla morte di San
Francesco, fu dedicato a lui.
Nello stesso luogo era una piccola grotta nella
roccia viva e il Santo la usò, e forse l’adattò, per il suo bisogno di isolamento e di
preghiera. Il Menna ci dice che nella grotta era possibile vedere i segni delle
ginocchia e delle braccia lasciati da un uomo prostrato in preghiera. Al momento, la grotta non è visibile al pubblico perché situata all'interno di una cappella laterale pericolante che aspetta di essere restaurata, ma i segni della penitenza del Santo sono stati "cancellati" da interventi di restauro inopportuni ed incompetenti. Spero che un adeguato restauro possa recuperarli, in futuro.
Più che documenti
ufficiali sulla permanenza del Santo a Carinola, esiste una fioritura di storie
e leggende riportate dal Wadding nei suoi Annales e riprese anche da
Sant’Alfonso Maria dei Liguori. Le storie furono poi affrescate nel Chiostro
del Convento francescano di Casanova. Molti
affreschi sono però andati
perduti.
Protagonista delle storie che riguardano la permanenza del
Santo a Casanova è fra’ Giunipero,
diventato poi nella lingua volgare fra’ Ginepro, un frate semplice e buono
della provincia francescana napoletana, che accompagnò Francesco nel suo
viaggio nel Regno di Sicilia.
Sembra che un giorno, fra’ Ginepro stesse
piantando un alberello di ginepro nell’orto del primitivo luogo, quando fu
chiamato da San Francesco. Fra’ Ginepro non ubbidì subito, ma volle prima
terminare di piantare l’alberello e poi accorse alla chiamata del Santo. Allora
Francesco, per fargli capire che aveva mancato alla santa ubbidienza, maledisse
il ginepro ordinandogli di non crescere mai più di tanto per essere d’esempio
agli altri frati. Il ginepro non crebbe mai pur rimanendo sempre verde e Luca
Wadding precisa che esso era sopravvissuto sino ai suoi giorni.
Il Wadding racconta
anche che nell’orto del primitivo luogo francescano di Casanova, il Santo
piantò un melo che crebbe con triplice tronco e ciascun tronco dava frutti ad
anni alterni, mentre gli altri due riposavano. I frutti di questo straordinario
albero guarivano moltissime malattie, così la loro corteccia mescolata all’acqua. Qualcuno, in quello strano tronco, ha voluto vederci la simbologia dei tre Ordini fondati da San Francesco: il Primo (i frati), il Secondo (le clarisse) e il Terzo (i secolari), ciascuno dei quali ha prodotto i suoi benefici frutti. L'albero, se mai c'è stato, purtroppo non esiste più.
Sempre a Carinola, il Santo domò la rabbia di una volpe che
rapiva galline e polli ad una vecchietta.
Le storie che riguardano
Francesco a Carinola sono diverse e tutte tramandate oralmente fino ai nostri giorni.
Quello che è certo è che il Convento francescano sorse subito, già in quella prima metà
del XIII secolo, ad opera degli stessi frati. Esso viene
citato per la prima volta nel 1330, nel Provinciale di fra’ Paolino da
Venezia, vescovo di Pozzuoli, ed è poi riportato in un elenco di conventi
francescani del XIV secolo, il De
Conformitate di Bartolomeo dei Rinonicchi da Pisa, mentre il Wadding lo cita
ancora, nel 1506, come Convento n° 10 dei Minori Osservanti.
Fra' Francesco
Gonzaga, nella sua opera De Origine Seraphicae Religionis, ci fa invece sapere che nel
1587 vi abitavano 12 frati. Sempre 12 frati, fino alla chiusura del periodo napoleonico; come gli apostoli di Cristo.
Dalla sua fondazione, il Convento francescano è
stato costantemente abitato dai Frati Minori Osservanti ed ha visto, tra le sue
mura, numerose personalità e santi: Guglielmo da Ockham il filosofo francescano che, per le sue idee, vi
fu confinato nel XIV secolo e forse vi morì; San Bernardino da Siena; San
Giacomo della Marca, che nel 1479 guarì il re Ferdinando I d’Aragona che versava
in fin di vita a Carinola.
Il Convento, nei secoli, è passato attraverso fasi storiche
molto travagliate, conoscendo l’abbandono, la distruzione bellica e l’incuria
dell’uomo, ma alla fine è ancora lì a testimoniare, con la sua semplicità e la
sua bellezza, la presenza di un uomo straordinario come Francesco d’Assisi.
c.d.l.
Anche: http://carinolastoria.blogspot.it/2012/04/guglielmo-da-ockham-confinato-carinola.html
Alcuni testi consultati
Alfoso Maria
de’ Liguori – La vera sposa di Gesù Cristo ossia la monaca Santa – Napoli, 1838
Cantarella
E.- Guidorizzi G. – La cultura della storia – Milano, 1998
Castrichino
G.- Supino G. – San Francesco d'Assisi a Gaeta e a Casanova di Carinola – Formia, 1991
Gemelli fr.
Agostino – Il francescanesimo – 7ma
ediz. Milano, 1956
Gonzaga fra' Francesco- De Origini Seraphicae Religionis - Roma, 1587
Marchese
Angelo – Storia intertestuale della letteratura italiana – Messina/Firenze,
1997
Marcos De
Lisboa – Croniche degli ordini istituiti dal Padre S. Francesco – Venezia 1591
Mazzara Benedetto
– Leggendario francescano – Venezia, 1721
Menna Luca –
(a cura di Adele Marini Ceraldi) – Saggio Istorico della città di Carinola –
Scauri, 1980
Sperelli
Alessandro – Ragionamenti pastorali – Roma, 1664
Wadding Luca
– Annales Ordinis Minorum – 1222, n° 11 - Lugduni, 1625-54
E` stato un piacere leggere qualcosa su
RispondiEliminaSan Francesco di Assisi. E` il mio Santo preferito per tantissime ragioni che non e`
opportuno elencare qui.Oggi, in chiesa, una
vecchietta mi ha raccontato una bella storia,
vera, perche' capitata a lei, a proposito di
San Francesco. La sua presenza in mezzo a noi
e` sentita e gradita. Grazie, Concetta.
Con amore,
zietta