L' approfondimento che segue è un interessante studio di Ugo Zannini, La scomparsa di Sinuessa e l’invenzione del suo episcopato, pubblicato sulla Rivista Storica del Sannio, 23, 3^ serie – anno XII. Le stesse note a piè di questo articolo sono un ulteriore approfondimento dell’argomento in oggetto per cui, per una miglior lettura, le trascriverò come articolo a parte.
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Nella passio sanctorum Casti et Secondini (5) si narra la storia dei due martiri, appunto Casto (6) e Secondino (7), il primo vescovo di Sessa Aurunca (8) ed il secondo di Sinuessa, imprigionati e torturati dal preside Curvus, il quale pur avendo assistito ai numerosi miracoli di questi santi, infligge loro ogni sorta di sofferenze. Il preside, però, prima di vedere morti i santi Casto e Secondino perirà sotto le macerie del tempio di Apollo. Solo dopo questo evento voluto da Dio sarà possibile ai “cultori degli idoli” uccidere, nel 292 presso Sinuessa, i santi trafiggendoli con la spada.
La passio, però, se analizzata attentamente, risulta essere stata composta in un tempo relativamente recente (XI sec.), comunque lontanissima dai presunti avvenimenti del III secolo d.C. Il genere letterario è ben noto agli agiografi moderni: la prolissità è in simbiosi con un racconto dai toni drammatici in cui l’elemento prodigioso sovrabbonda senza necessità e verosimiglianza. Ci troviamo, cioè, di fronte a quelle vite “romanzate” in cui il biografo, a corto di dati sul santo, era costretto a scriverne la storia immaginandosi le persecuzioni, le scene del tribunale, il supplizio ecc.
E’ innegabile, però, che il culto nei confronti dei santi doveva essere molto vivo in quei secoli nella Campania settentrionale se il biografo sente la necessità di redigere una loro vita. Testimonianza ne sono le chiese a loro dedicate che si desumono, ad esempio, dalle Rationes decimarum e dalle visite ad sacra limina delle diocesi sia di Carinola che di Sessa Aurunca. Autorevoli studiosi hanno avanzato l’ipotesi, però, che i santi Casto e Secondino non siano stati martiri locali, ma culti di santi importati dall’Africa (F. Lanzoni). Nel III secolo, infatti, vengono martirizzati in Africa Cassio, Casto e Secondino e conseguentemente i loro culti irradiati in Campania.
Qualcuno potrebbe pensare che ciò è il riflesso di quanto tramandatoci nella vita di S. Castrese in cui si narra di un gruppo di santi, tra cui anche Secondino, abbandonati al largo del mare nostrum dai persecutori africani in una nave rotta e sfasciata che approda incolume, per volere divino, nei lidi campani.
Così non è.
La vita di S. Castrese è un altro di quei “romanzi” agiografici medioevali in cui non c’è nulla di attendibile: un falso composto nella prima metà del secolo XII.
Se quindi la passio di S. Casto e S. Secondino è un falso, è evidente che non abbiamo nessuna prova che quest’ultimo sia stato un vescovo sinuessano , né che nel III secolo d.C. esistesse a Sinuessa una sede episcopale.
Da: Ugo Zannini
La scomparsa di Sinuessa e l’invenzione del suo episcopato
Alcuni testi consultati dall'autore
Acta sanctorum, Julii I - Parigi 1719
Ambrasi D. in Bibliotheca Sanctorum -coll. 811-812
Balducci A. in Bibliotheca Sanctorum - coll. 935-940
De Masi T.- Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa - Napoli, 1761
Di Silvestro L.- Diocesi di Sessa Aurunca. Il cammino della Chiesa locale dalle origini al 1939 - Sessa Aurunca, 1996
Mazzeo F. - Il complesso cimiteriale dei Santi Casto e Secondino in Sessa Aurunca - in Fede e Cultura, 1, Sessa Aurunca, 1987-1989
Menna Luca - Saggio istorico ossia piccola raccolta dell'istoria antica e moderna della città di Carinola in Terra di Lavoro - Aversa, 1848 (rist. a cura di Adele Marini Ceraldi, Napoli 1970)
Stornaiolo C.- Conferenze di archeologia cristiana. anno XXII, 1896-1897 in Nuovo Bullettino di archeologia cristiana, III, Roma, 1897
Testini P. - Acheologia Cristiana - Bari, 1980
Ughelli F. Italia Sacra, vol X - Venezia 1790
Zona M.- Il santuario caleno - Napoli, 1809
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