Federico II - dal sito: basilicata.beniculturali.it |
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alle soglie del 1200 e grandi cambiamenti si approssimano grazie a due
personaggi molto particolari: Federico II e Papa Innocenzo III. Le loro azioni
e le loro decisioni ridisegnarono la struttura politica, sociale e religiosa
dell’intera Europa, ponendo le basi per i cambiamenti dei secoli futuri. Sebbene
il periodo svevo fu molto breve, esso fu denso di avvenimenti, di fatti, di
novità, di cambiamenti portati da queste due personaggi determinanti, ma principalmente
da lui, Federico, colui che davvero stupì il mondo per le innumerevoli doti in
cui eccelleva. Era stratega, condottiero, guerriero, statista, diplomatico,
giurista, filosofo, poeta, architetto, matematico, poliglotta, ma soprattutto
era re (e imperatore) sapendo di
esserlo. Questo significò la monopolizzazione del Regno di Sicilia sotto la sua
persona che, se da una parte portò ordine e stabilità, dall’altra impedì il
formarsi di nuove forme di governo, i
Comuni, e il loro naturale evolversi in Signorie. Impedì soprattutto il formarsi di un nuovo ceto
sociale così importante per le trasformazioni economiche e sociali degli Stati:
la borghesia. Forse può sembrare un paradosso, ma quella mancanza di una
naturale evoluzione storica, che interessò solo l’Italia centro-settentrionale,
il Sud la sta ancora pagando.
*****
Enrico VI di Svevia non regnò a lungo. Con grande
soddisfazione dei regnicoli che non lo amavano affatto, la sua ferocia ebbe
termine con la sua morte inaspettata avvenuta nel 1197, a 32 anni, per
dissenteria. In seguito alla sua morte improvvisa, si verificò un periodo molto
tempestoso perché i feudatari tedeschi, che erano stati da lui insediati nel
Regno, cercarono di accaparrare quanto più potevano, anche il potere reale, dando
origine a feroci lotte e contrasti con i feudatari locali.
Essendo Enrico anche imperatore del Sacro Romano Impero, la stessa cosa successe in Germania, dove le lotte per la successione non furono meno feroci.
Essendo Enrico anche imperatore del Sacro Romano Impero, la stessa cosa successe in Germania, dove le lotte per la successione non furono meno feroci.
In tutto questo bailamme,
Costanza fu molto saggia e prudente: per
preservare il suo Federico dai pericoli che lo minacciavano da ogni parte, lo
mise sotto la tutela di papa Innocenzo III.
Sebbene fosse un grande papa, Innocenzo non era scevro dagli influssi temporali che affliggevano il Papato e colse l’occasione a volo: fu ben lieto di essere il tutore di Federico e di incoronarlo re di Sicilia, ma prima volle che Costanza rinunciasse:
1) alle antiche immunità ecclesiastiche dei re normanni concesse da papa Adriano IV;
2) che si versasse alla Santa Sede un tributo annuale di mille marchi d’oro.
Costanza, senza pensarci troppo, accettò. Appena in tempo.
Sebbene fosse un grande papa, Innocenzo non era scevro dagli influssi temporali che affliggevano il Papato e colse l’occasione a volo: fu ben lieto di essere il tutore di Federico e di incoronarlo re di Sicilia, ma prima volle che Costanza rinunciasse:
1) alle antiche immunità ecclesiastiche dei re normanni concesse da papa Adriano IV;
2) che si versasse alla Santa Sede un tributo annuale di mille marchi d’oro.
Costanza, senza pensarci troppo, accettò. Appena in tempo.
L’anno
dopo, il 28 novembre nel 1198, subito
dopo l’incoronazione del piccolo Federico a re di Sicilia, Costanza morì. Papa Innocenzo si trovò così ad essere tutore di
Federico e reggente del Regno di Sicilia con uno stipendio annuo di trentamila
tarì.
La sua posizione gli permetteva di educare il giovane re a
suo piacimento per farlo diventare un devoto vassallo della Chiesa e porre
finalmente fine alle lotte tra Papato e Impero nate con Federico Barbarossa e continuate con
Enrico VI. Per essere aiutato in quest’impresa, il papa nominò un Collegio di Famiglia formato da quattro ecclesiastici: gli arcivescovi
di Palermo, di Monreale, di Capua e il vescovo di Troia.
Il ruolo di tutore
e di reggente non fu affatto facile per papa Innocenzo e non gli semplificò
certo la vita: da un lato doveva occuparsi della Chiesa e fronteggiare la
continua nascita di movimenti ereticali che si opponevano ad un clero ricco e
corrotto; dall’altro doveva pensare a salvaguardare Federico e il Regno di
Sicilia da pretendenti al trono che si levavano da ogni parte.
Nonostante gli sforzi del Pontefice, il Regno di Sicilia cadde in un’anarchia senza tregua che vedeva diverse fazioni in lotta tra loro. Questa situazione durò circa dieci anni, fino al 1207, durante i quali il sistema feudale divenne ancora più spietato. Come se non bastasse, Ottone IV, che era stato fatto imperatore del Sacro Romano Impero, creò non pochi problemi al papa e quando infine invase l’Italia meridionale, pretendendo anche il Regno di Sicilia, Innocenzo III lo scomunicò e chiese aiuto al re di Francia per far fronte al nuovo invasore.
Nonostante gli sforzi del Pontefice, il Regno di Sicilia cadde in un’anarchia senza tregua che vedeva diverse fazioni in lotta tra loro. Questa situazione durò circa dieci anni, fino al 1207, durante i quali il sistema feudale divenne ancora più spietato. Come se non bastasse, Ottone IV, che era stato fatto imperatore del Sacro Romano Impero, creò non pochi problemi al papa e quando infine invase l’Italia meridionale, pretendendo anche il Regno di Sicilia, Innocenzo III lo scomunicò e chiese aiuto al re di Francia per far fronte al nuovo invasore.
Nel 1212, con la Dieta di Norimberga il papa
ottenne che la maggior parte dei principi disconoscesse l’imperatore e Ottone
IV fu deposto. Il papa inviò allora un messo in Sicilia per offrire a Federico,
quale erede legittimo degli Hohenstaufen, anche la corona di imperatore.
Federico, ormai giovanotto e già sposato con Costanza d’Aragona, vedova del re
di Portogallo, accettò e andò a Roma dove incontrò per la prima volta il papa,
suo tutore.
Innocenzo III, che si sarebbe volentieri risparmiato questa mossa se solo ci fosse stata un'altra soluzione, come unica clausola volle dal suo protetto il giuramento che egli mai avrebbe riunito nelle
sue mani le due corone di Sicilia e di Germania, ma le avrebbe mantenute sempre
ben separate. Federico giurò e si avviò verso la Germania per ricevere la
corona di imperatore e dove riuscì a giungere nonostante le grandi difficoltà e
i pericoli che gli crearono i sostenitori di Ottone IV.
A Magonza, il 9
dicembre del 1212, Federico fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero
dal legato del papa che lo aveva accompagnato nel viaggio.
Federico rimase in Germania otto anni,
fino al 1220. Durante la sua assenza, nel 1216, papa Innocenzo morì.
Forse
fu una fortuna per il papa perché non assistette al fallimento delle sue speranze e
non vide che il suo protetto, educato con tanta attenzione da ecclesiastici,
divenne il nemico più agguerrito della Chiesa.
c.d.l.
Alcuni testi di riferimento
AA. VV. de l Csns - Potere, società e popolo tra età normanna e età sveva – 1189-1210 – Bari,
AA. VV. del Csns - Potere, società e popolo nell'età dei due Guglielmi.– Bari, 1981
Artifoni Enrico – Storia Medievale – Roma, 1998
Carnevale Gioseppe – Historie e descrittione del Regno di Sicilia – Napoli, 1591
De Rosa Gabriele - Età Medievale - Bergamo, 1994
Di Meo Alessandro - Apparato Cronologico agli Annali del Regno di Napoli – Napoli, 1785
Fazello Tommaso – Historia di Sicilia – Venezia, 1573
Muratori L. A. – Rerum Italicarum scriptores – vol. 28 – Bologna, 1976
Pagano Filippo - Istoria del regno di Napoli – Palermo, 1835
Piccinni Gabriella - I mille anni del Medievo - Milano, 1999
Riccardo da San Germano ( a cura di Giuseppe Sperduti) - Cronaca - Cassino, 1995
Romualdo Guarna Salernitano – Cronica - in G. del Re: Cronisti e scrittori sincroni- vol. 1 – Napoli, 1845
Troyli Placido – Historia generale del reame di Napoli – vol. 4 -Napoli, 1751
Ugone Falcando – Historia - in G. del Re: Cronisti e scrittori sincroni- vol. 1 – Napoli, 1845
Vivenzio Nicola – Delle antiche province del Regno di Napoli – Napoli, 1808
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