domenica 7 ottobre 2012

Uno strano vescovo di Carinola



Vescovo medievale

* Aggiornato il 18 ottobre 2012


Sotto il regno di Guglielmo il Buono le cose migliorarono un po'. Molto diverso da suo padre Guglielmo il Malo, egli non amava le repressioni violente e preferiva le soluzioni politiche per l’appianamento di qualsiasi problema. 
La nobiltà, i baroni e il clero riebbero i loro privilegi  e le rivolte  terminarono come per incanto.
Tuttavia, c’è sempre un rovescio della medaglia anche nelle cose migliori. 
Ridare ai baroni tutti i loro privilegi, significò rimettere nelle loro mani la compartecipazione alla gestione del potere e ristabilire nel Regno quella sgradevole pratica nepotistica che favorisce i protetti e penalizza i veri capaci. 
Si ritornò, in pratica,  alle vecchie abitudini clientelari e la lotta per le investiture continuò come sempre. Ognuno raccomandava i propri protetti alle autorità competenti, civili o religiose,  e chi più disponeva di un capitale, in denaro o terreni,  poteva comprarsi la carica che desiderava. 

Questa usanza così diffusa e molto negativa aveva provocato, qualche anno prima, nel 1139, il secondo Concilio Lateranense, voluto da papa Innocenzo II, per affrontare specificamente il problema della simonia e del concubinato del clero, già trattato qualche anno prima dal Concordato di Worms (1122) concluso tra l'imperatore Enrico V di Germania e Papa Callisto II
Secondo tale Concordato, l’imperatore rinunciava al diritto dell’investitura dei vescovi lasciandolo al papa, ma questo procurò un vero scisma tra i cardinali che non approvavano questa clausola. Lo scisma, appoggiato da due nobili famiglie romane, i Frangipane e i Pierleoni, determinò l’elezione di due Papi: Innocenzo II appunto, eletto dai Frangipane, e l'antipapa Anacleto II, eletto dai Pierleoni. 

Secondo il Concilio Lateranense II
  • I vescovi e i preti dovevano assumere un atteggiamento esterno modesto,  e venne prescritta ogni forma di ostentazione (canone 4).
  • Il matrimonio dei preti e dei religiosi fu dichiarato invalido e non più solo illecito (canoni 6, 7 et 11).
  • Venne condannata l’ usura.
  • Si vietò al clero regolare di praticare la giurisprudenza e la medicina per trarne guadagni temporali (canone 5).
  • Si proibì al clero di dedicarsi ai giochi ed ai tornei, pena la privazione della sepoltura cristiana (canone 14).
  • Spettava  ai Capitoli delle cattedrali e ai superiori degli ordini religiosi di eleggere i vescovi (canone 28).
  • Si vietò l’uso dell’arco e della balestra contro i cristiani (canone 29).
  • Infine, Arnaldo da Brescia, monaco agostiniano che tuonava contro gli abusi e le ricchezze della Chiesa, venne condannato per eresia.
Con queste misure si cercò di risolvere anche  il grave problema del nepotismo che, comunque, continuò ad imperare  e, come sempre, i potenti potevano influenzare i Capitoli delle cattedrali, facendo eleggere come vescovo i loro protetti. 

Nei primi anni del periodo svevo, Carinola sperimentò personalmente la sconvenienza di questa pratica medievale perché si ritrovò come vescovo uno di questi incapaci “raccomandati”, il  quale fu eletto vescovo per volere della contessa di Caserta Adelagia, moglie del conte Roberto, che da lui doveva avere una grossa somma di denaro. Probabilmente, proprio con la speranza di riavere indietro i suoi soldi, lo mise  in condizione di procurarseli tramite l’elezione a vescovo. 

Ma come mai la contessa di Caserta poté avere tanta influenza sul Capitolo della Cattedrale calinense? Cosa era successo nella Contea di Carinola?..... C'era stato un cambio di guardia, se così si può dire. Carinola non dipendeva più dai signori di Capua, ma da quelli di Caserta. Ma questo cambiamento lo vedremo nei prossimi capitoli.

Non sappiamo come si chiamasse questo vescovo di Carinola: sia l’Ughelli che il Cappelletti, studiosi di Storia della Chiesa, lo citano come anonimo. Sappiamo solo che era vescovo della diocesi di Carinola nel 1221, anno della sua deposizione, prima del Concordato di Worms.   

La grande ignoranza del vescovo calinense suscitò l’attenzione dell'arcivescovo metropolita di Capua, Matteo, il quale ebbe subito il sospetto di simonia e usura. La cosa fece molto scalpore al tempo e il papa Innocenzo III promosse un'inchiesta per usura ed ignoranza, la quale continuò anche con Onorio III, suo successore.  
Il 21 giugno del 1221 il vescovo di Carinola fu deposto per ignoranza.     
Sicuramente fu nominato un nuovo vescovo, ma noi non ne abbiamo notizia.  Dobbiamo arrivare al 1233 per avere notizie di un altro vescovo di Carinola, anche lui anonimo, che fu convocato, insieme a quello di Teano, dal Giustiziere di Terra di Lavoro per ordine di Federico II. Vedremo in seguito il perchè.
c.d.l

Alcuni testi consultati

Averil Cameron – L’Europa del Medioevo e del Rinascimento – Jaca Books, 1992 (molte notizie)
Brodella don Amato – Storia della diocesi di Carinola –
Cappelletti Giuseppe - Le chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni - Venezia, 1866
De Lubac Henry – Esegesi medievale – vol. 3 – Milano, 1996
Kowal Janusz – Uscita definitiva dall’istituto religioso dei professi di voti perpetui – Roma, 1997
Melani Massimo – Dottrine generali di storia del diritto medievale – 2008
Riccardo di San Germano – Cronaca – Cassino, 1999
Tanner Normann P. – I Concilii della Chiesa – Milano, 1999
Tescione Giuseppe - Caserta medievale - Caserta, 1990
Ughelli Ferdinando – Italia sacra – Venezia, 1717

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