venerdì 27 aprile 2012

Guglielmo da Ockham penitente a Carinola?

Il filosofo francescano Gugliemo da Ockham in una pergamena
 


Non tutti conoscono Guglielmo da Ockham, una delle figure più importanti del medioevo, né cosa c’entri con Carinola, perciò è opportuno fare una  breve introduzione che, per sommi capi, ne tracci la figura. 
Guglielmo da Ockham, nato nel 1290 a Ockham nelle vicinanze di Londra, fu il pensatore più  vivace del suo tempo; uno che mal sopportava l’autoritasmo papale medievale perché il suo spirito critico aveva bisogno di spazio e di libertà; uno che aveva orizzonte ampio e sguardo lungo, capace di andare oltre la realtà, e che non aveva paura di dire la sua. Molto avanti coi tempi. 
Oggi, filosoficamente, viene classificato come “minimalista”, ossia uno che cerca l’essenzialità nelle cose e che evita di formulare ulteriori ipotesi quando quelle che si hanno sono sufficienti a stabilire qualcosa;  da un punto vista politico, mira invece all’attuazione delle piccole cose concrete di ogni giorno, e non a cose grandiose ed aleatorie. Famosa l’espressione “il rasoio di Ockham” per tagliare tutto ciò che non sia necessario o che sia superfluo, nella vita come nel pensiero, soprattutto il potere temporale papale. Semplificare è la parola d’ordine di Ockham.

Per uno come lui, non ci voleva molto  ad essere accusato di eresia proprio per le sue idee moderne che si scontravano con il medievale opportunismo papale. Quando poi queste idee toccavano direttamente gli interessi concreti della Chiesa, allora la condanna era più che sicura. 
Fedele alla povertà francescana, Ockham sosteneva, infatti, che le comunità cristiane potessero far uso di beni, ma non possederli. Fu estremamente contrario alla rivendicazione di un’autorità suprema da parte del Papato. Per lui, il potere civile era e doveva essere indipendente da ogni investitura o delega papale. Il Papato doveva occuparsi solo del potere spirituale e le due spade che doveva avere tra le mani erano: la parola di Dio e la sua predicazione. Non altro. Queste sue affermazioni non piacevano né al Papato né ad altri ordini ecclesiali che vedevano in lui un nemico da far tacere.
Andò quindi sotto il processo dell’Inquisizione di  Avignone e fu condannato come eretico. Si schierò apertamente dalla parte dell’imperatore Ludovico il Bavaro e si rifugiò a Monaco sotto la sua protezione e lì arrivò la scomunica di papa Giovanni XXII. Rimase a Monaco per quattro anni, dove il generale dell’Ordine Francescano Michele da Cesena, che la pensava molto come lui, cercò di riappacificarlo con la Chiesa. Morto Michele, lo stesso fece l’altro generale dell’Ordine, Guglielmo Farinier, ma  sembra che Ockham morì prima che ciò avvenisse. Altri studiosi ritengono invece che egli scrisse al papa e che da lui ne ricevette il perdono e il rientro nella Chiesa. 

La  versione ufficiale riguardo alla sua morte è che Ockham morì a Monaco nel 1347 e là fu sepolto, ma essa non è suffragata da ulteriori documenti  e si basa solo sul fatto che Ockham avesse dimorato a Monaco e quindi là fosse morto. Ma ecco che entrano in campo gli studi di fra’ Gioacchino Francesco D’Andrea, archivista e bibliotecario della Real Biblioteca di Santa Chiara in Napoli, che mettono seriamente in discussione la morte di Ockham a Monaco e la collocano invece nel nostro convento francescano di Casanova
Cosa ci faceva uno come Ockham a Casanova, in un piccolo e remoto convento dell'Ordine?....  
Il confinato, niente altro che il confinato. 

La vita di questo fuggiasco dell’Ordine Francescano fu in realtà molto più complessa e movimentata di quanto si sappia, e molto ha a che fare con la storia dell’Ordine. Solo il ritrovamento e lo studio di documenti custoditi nella biblioteca di Santa Chiara hanno potuto  permettere un tracciato storico abbastanza credibile della sua  vita e morte.  
Senza entrare in dettagli che possono riguardare solo gli studiosi, vado subito al nocciolo della questione.
Esistono due lapidi di una presunta tomba di Ockham; una si trova a Capua e l’altra a Monaco. Entrambe, nei rispettivi epitaffi, sostengono che la morte del filosofo sia avvenuta nel luogo in cui esse si trovano, ma entrambe sono molto probabilmente false perché non sopportate dalla cronaca degli storici laici del tempo, né  francescani del XIV e XV secolo, come Andrea Richi e San Giacomo della Marca, che molto hanno scritto contro le eresie dei Fraticelli e sugli Spirituali. Inoltre, la pietra tombale di Capua presenta anche delle anomalie cronologiche storiche  assolutamente discordanti. 
Ora, la caratura di Ockham  era tale  che la sua morte non poteva passare inosservata. Questo silenzio da parte di illustri scrittori e storici del tempo fa supporre che le cose non siano andate così come oggi le conosciamo e che la sua morte sia avvenuta altrove. Dove? Nel piccolo e remoto Convento di Casanova, dove era stato confinato dal generale dell’Ordine Guglielmo Farinier, per fare penitenza, dopo che aveva ricevuto il perdono papale.

Questa tesi è sostenuta da due illustri studiosi francescani trovati sempre veritieri e credibili nelle loro affermazioni: Francesco Gonzaga e Luca Wadding. Sono loro a ritenere che Ockham sia morto a Casanova ed entrambi se ne accertarono personalmente. 
Il Gonzaga, divenuto generale dell' Ordine Francescano, volle controllare personalmente sul posto la tradizione carinolese della morte di Ockham a Casanova  e  la trovò così forte e consistente che  non ebbe dubbi. Malgrado la tradizione capuana, che ignorò volutamente dal momento che non poteva bollare la lapide capuana come falsa, egli affermò che Ockam mori nel convento di Casanova. L’affermazione del Gonzaga fece comunque rumore e qualche storico, come Giovanni Hofer, la considerò priva di fondamento e “frutto di invenzioni posteriori”. Per lui, la morte di Ockham in Italia presupporrebbe una riconciliazione con la Chiesa e con l’Ordine, e di questo non esistono certezze.
Analizzando, invece, le varie tradizioni e i vari documenti a sua disposizione, Fra’ Gioacchino formula una sua ipotesi: Guglielmo, riconciliatosi alla fine della sua vita con la Chiesa e con l’Ordine, fu mandato a far penitenza dei suoi traviamenti nel convento di Casanova di Carinola in cui morì e fu sepolto.  Solo qualche anno dopo, le sue ossa furono portate in luogo più noto, a Capua, e  sepolte nella chiesa di San Francesco, dei padri conventuali, dove tutt’ora sarebbero nell’area della suddetta chiesa, distrutta dopo la soppressione napoleonica. 

Per dirla con le parole di fra’ Gioacchino: E’ un’ipotesi che si propone per uscire dall’impasse di un soggiorno in Italia di Guglielmo da Ockham, che ha il suo fulcro in un’iscrizione sepolcrale che non ha tutte le carte in regola per riscuotere universale consenso e nella verifica riscontrata in loco da Francesco Gonzaga e Luca Wadding, giunta sino a noi. Nella situazione attuale, dimostrare con prove irrefutabili il luogo preciso della morte e sepoltura di Ockham e mettere d’accordo le varie tradizioni è un’impresa ardua, superando essa le possibilità della documentazione in nostro possesso. Ma Carinola sembra la località che ha più chances delle altre come luogo del decesso e sepolcro (almeno primitivo) di Guglielmo d’Ockham.
c.d.l.


Documenti  consultati
Dallo studio: Ipotesi sul luogo della morte e sepoltura di Gugliemo d'Ockham  del defunto Fra’ Gioacchino Francesco D’Andrea, archivista e bibliotecario della Real Biblioteca di Santa Chiara in Napoli, basato su documenti in essa custoditi.

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