martedì 5 giugno 2012

Riccardo, un conte molto irrequieto – parte I


Arazzo di Bayeaux - Scena di guerra

Di conti di nome Riccardo, Carinola ne ha avuto diversi. Il nome si ripeteva di padre in figlio o di nonno in nipote, come è ancora nostra usanza, per attestare la provenienza da quel Riccardo Drengot che fu conte di Aversa e primo principe normanno di Capua. Tuttavia, di un solo Riccardo conosciamo le gesta, raccontate nelle cronache del tempo da Pietro Diacono e riprese da altri storici nei secoli successivi. Il Riccardo di cui conosciamo qualche impresa era figlio di Bartolomeo che a sua volta era figlio di Riccardo I Drengot e fratello di Giordano I,  che successe al padre come Principe di Capua.
Le gesta di Riccardo di Carinola vanno chiaramente inquadrate nell’ambito del suo tempo, dove la lotta per qualsiasi tipo di potere dominava su tutto. Non c’è da stupirsi se, accanto ad un forte sentimento religioso, convivevano prepotenza, inganno, brutalità e menzogna:  sentimenti principali che animavano le azioni degli uomini medievali.

Riccardo si trovò in lotta per il controllo del Ducato di Gaeta con Rangarda (Arengarda), vedova di Riccardo di Aquila, conte di Sessa e di Fondi, che era stato Duca di Gaeta dal 1104 fino al 1111, anno della sua morte. A Riccardo di Aquila successe il figlio primogenito Andrea, che però ebbe vita molto breve. Probabilmente morì o fu scacciato dai gaetani stessi nel 1112 perché, nel 1113 troviamo come duca di Gaeta, Gionata, della famiglia dei principi di Capua e nipote di Riccardo di Carinola.

Come avevano fatto i principi capuani ad inserirsi improvvisamente nella linea ereditaria della famiglia di Aquila al comando del Ducato di Gaeta?  In realtà la cosa non fu tanto improvvisa e per avere chiara la situazione bisogna fare qualche passo indietro nel tempo….

Antefatto
Nel 1062 era morto il duca di Gaeta Adenolfo I e i gaetani elessero loro duca Adenolfo II, figlio del primo, non curandosi della potenza dei principi di Capua,  i quali aspettavano solo l’occasione giusta per impossessarsi del Ducato di Gaeta. Ma essendo Adenolfo II un bambino di pochi anni, la reggenza del Ducato passò alla madre Maria
Grazie alla diplomazia dell’abate di Montecassino, Desiderio, Maria fu riconosciuta come reggente anche dai principi capuani. Nel 1063 Maria morì ed i principi capuani si inserirono nel Ducato di Gaeta con Giordano I, principe di Capua, come reggente e governante. Ma, guarda caso, nel 1064 morì anche il piccolo Adenolfo II e il popolo, che non voleva a nessun costo sottomettersi ai capuani, contro la volontà dei principi di Capua elesse quale Duca di Gaeta Landone, conte di Traetto. Ma Landone, con quei nemici, non ebbe vita facile e fu costretto a cedere alle loro prepotenze e a rifugiarsi a Roma. 
I Capuani riuscirono ad inserire la dinastia normanna a Gaeta dal 1065 con il duca Loffredo, confidente di Giordano I, fino al 1104 con il duca Guglielmo di Blosseville, che Riccardo di Aquila riuscì a scacciare dal Ducato per impossessarsene.

Questo l’antefatto. Morto Riccardo di Aquila prima e suo figlio Andrea poi, i Capuani tornarono all’attacco per riprendersi quello che avevano perduto in un momento di debolezza. E  come Duca di Gaeta fu posto Gionata, già conte di Carinola. Ma Rangarda non era disposta a perdere l’importantissimo Ducato di Gaeta che voleva passare ad un altro suo figlio. Nel frattempo, ella si era risposata con Alessandro di Carinola (ma il de Blasiis dice di Sessa) che teneva Suio, tolto a Montecassino ai tempi di Desiderio. Gli scontenti abitanti di Suio, pressati dalle prepotenze di Alessandro e Rangarda, incitarono l’abate di Montecassino a catturare Alessandro e riprendersi Suio. Cosa che puntualmente avvenne. 

Imprigionato Alessandro e persa Suio,  Rangarda  rivolse le sue attenzioni al Ducato di Gaeta e cominciò a dare molto fastidio al duca Gionata, occupando la Turris ad Mare sul Garigliano
In aiuto del nipote giunse Riccardo di Carinola, che con un’armata non grande ma molto decisa, sconfisse i due bellicosi pretendenti al Ducato di Gaeta. Gionata morì nel 1120, non sappiamo se per cause naturali o per azione bellica. 
Nel 1121 o nel 1122,  Riccardo di Carinola, zio di Gionata,  fu nominato Duca di Gaeta come Riccardo II. Diversi studiosi, come il Federici e il Tosti, mettono in dubbio che Riccardo Duca di Gaeta  e Riccardo di Carinola, figlio di Bartolomeo, siano la stessa persona, perché Pietro Diacono, pur parlando  di lui nella sua cronaca, non lo cita mai col titolo di Duca di Gaeta. 
Be’, tante cose non dice Pietro Diacono e tante cose le dice sbagliate; questa non è una novità per gli studiosi. 

In mancanza di un documento chiaro, ci si può affidare solo a speculazioni logiche. Molto logiche. Da dove salterebbe fuori questo improbabile altro Riccardo?  Possiamo davvero pensare che Riccardo di Carinola, dopo aver combattuto al fianco di suo nipote Gionata per la difesa del Ducato, se lo sarebbe fatto soffiare da un pinco pallino qualsiasi, e per giunta col suo stesso nome? E possiamo pensare che fosse corso in aiuto di Gionata per semplice filantropia familiare? Mi sembra una storia molto insensata, che fa acqua da tutte le parti: l’uomo era di ben altra tempra.  E’ invece molto più logico pensare che Riccardo di Carinola, alla morte del nipote, sia stato eletto Duca di Gaeta, malgrado Pietro Diacono!
La prova viene infatti trovata in un Diploma spedito dallo stesso Duca Riccardo II per le monete dei Follari e viene intitolato così: Riccardus divina previdente clementia Consul et Dux prefate Civitatis; olim domni Bartolomei proles Capuan Princ. et Calinensis Comitis pie recordationis fiulius come ci riporta  il Federici.

Sotto Riccardo ebbe termine il Ducato di Gaeta. 
Re Ruggiero si impadronì del Principato capuano, ne fece principe Anfuso, suo terzogenito, e vi unì il Ducato di Gaeta, ormai considerato a tutti gli effetti parte del Principato di Capua.
 c.d.l.


 
Alcuni testi consultati

Bloc Herbert - Monte Cassino in the Middle Ages - Library of Congress -1986
Ciuffi Gaetano – Memorie istoriche ed archeologiche della cuttà di Traetto – Na, 1854
Di Meo Alessandro – Annali critico diplomatici del Regno di Napoli – vol. 9. Napoli, 1804
Federici G.B. – Degli antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta – Napoli, 1791
Gattola Girolamo – Ragionamento storico genealogico – Napoli, 1798
Gesualdo Erasmo - Osservazioni critiche sopra la storia della via Appia – Napoli, 1754
Pietro Diacono - Chronica Monasterii Casinensis IV.54, MGH SS VII, p. 788, in Cawley’s Foundation for Medieval Genealogy.
Rinaldo Ottavio – Memorie istoriche della fedelissima città di Capua -  Napoli, 1755
Tosti Luigi – Storia della Badia di Monte Cassino – Napoli, 1842











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