Arazzo di Bayeaux - Scena di guerra |
Di conti di nome Riccardo, Carinola ne ha avuto diversi. Il
nome si ripeteva di padre in figlio o di nonno in nipote, come è ancora nostra
usanza, per attestare la provenienza da quel Riccardo Drengot che fu conte di
Aversa e primo principe normanno di Capua. Tuttavia, di un solo Riccardo
conosciamo le gesta, raccontate nelle cronache del tempo da Pietro Diacono e
riprese da altri storici nei secoli successivi. Il Riccardo di cui conosciamo
qualche impresa era figlio di Bartolomeo che a sua volta era figlio di Riccardo
I Drengot e fratello di Giordano I, che
successe al padre come Principe di Capua.
Le gesta di Riccardo di Carinola vanno chiaramente inquadrate
nell’ambito del suo tempo, dove la lotta per qualsiasi tipo di potere dominava
su tutto. Non c’è da stupirsi se, accanto ad un forte sentimento religioso,
convivevano prepotenza, inganno, brutalità e menzogna: sentimenti principali che
animavano le azioni degli uomini medievali.
Riccardo si trovò in lotta per il controllo del Ducato di
Gaeta con Rangarda (Arengarda), vedova di Riccardo di Aquila, conte di Sessa e di Fondi,
che era stato Duca di Gaeta dal 1104 fino al 1111, anno della sua morte. A
Riccardo di Aquila successe il figlio primogenito Andrea, che però ebbe vita
molto breve. Probabilmente morì o fu scacciato dai gaetani stessi nel 1112
perché, nel 1113 troviamo come duca di Gaeta, Gionata, della famiglia dei
principi di Capua e nipote di Riccardo di Carinola.
Come avevano fatto i principi capuani ad inserirsi
improvvisamente nella linea ereditaria della famiglia di Aquila al comando
del Ducato di Gaeta? In realtà la cosa
non fu tanto improvvisa e per avere chiara la situazione bisogna fare qualche
passo indietro nel tempo….
Antefatto.
Nel 1062 era morto il duca di Gaeta Adenolfo I e i gaetani elessero loro duca Adenolfo II, figlio del primo, non curandosi della potenza dei principi di Capua, i quali aspettavano solo l’occasione giusta per impossessarsi del Ducato di Gaeta. Ma essendo Adenolfo II un bambino di pochi anni, la reggenza del Ducato passò alla madre Maria.
Nel 1062 era morto il duca di Gaeta Adenolfo I e i gaetani elessero loro duca Adenolfo II, figlio del primo, non curandosi della potenza dei principi di Capua, i quali aspettavano solo l’occasione giusta per impossessarsi del Ducato di Gaeta. Ma essendo Adenolfo II un bambino di pochi anni, la reggenza del Ducato passò alla madre Maria.
Grazie alla diplomazia dell’abate di Montecassino, Desiderio,
Maria fu riconosciuta come reggente anche dai principi capuani. Nel 1063 Maria
morì ed i principi capuani si inserirono nel Ducato di Gaeta con Giordano I, principe
di Capua, come reggente e governante. Ma, guarda caso, nel 1064 morì anche il
piccolo Adenolfo II e il popolo, che non voleva a nessun costo sottomettersi ai
capuani, contro la volontà dei principi di Capua elesse quale Duca di Gaeta Landone, conte di Traetto. Ma Landone, con quei nemici, non ebbe vita facile e fu
costretto a cedere alle loro prepotenze e a rifugiarsi a Roma.
I Capuani riuscirono ad inserire la dinastia normanna a Gaeta dal 1065 con il duca Loffredo, confidente di Giordano I, fino al 1104 con il duca Guglielmo di Blosseville, che Riccardo di Aquila riuscì a scacciare dal Ducato per impossessarsene.
I Capuani riuscirono ad inserire la dinastia normanna a Gaeta dal 1065 con il duca Loffredo, confidente di Giordano I, fino al 1104 con il duca Guglielmo di Blosseville, che Riccardo di Aquila riuscì a scacciare dal Ducato per impossessarsene.
Questo l’antefatto. Morto Riccardo di Aquila prima e suo
figlio Andrea poi, i Capuani tornarono all’attacco per riprendersi quello che
avevano perduto in un momento di debolezza. E
come Duca di Gaeta fu posto Gionata, già conte di Carinola. Ma Rangarda
non era disposta a perdere l’importantissimo Ducato di Gaeta che voleva passare
ad un altro suo figlio. Nel frattempo, ella si era risposata con Alessandro di
Carinola (ma il de Blasiis dice di Sessa) che teneva Suio, tolto a Montecassino
ai tempi di Desiderio. Gli scontenti abitanti di Suio, pressati dalle
prepotenze di Alessandro e Rangarda, incitarono l’abate di Montecassino a
catturare Alessandro e riprendersi Suio. Cosa che puntualmente avvenne.
Imprigionato Alessandro e persa Suio, Rangarda rivolse le sue attenzioni al Ducato di Gaeta e
cominciò a dare molto fastidio al duca Gionata, occupando la Turris ad Mare sul
Garigliano.
In aiuto del nipote giunse Riccardo di Carinola, che con un’armata
non grande ma molto decisa, sconfisse i due bellicosi pretendenti al Ducato di
Gaeta. Gionata morì nel 1120, non sappiamo se per cause naturali o per azione
bellica.
Nel 1121 o nel 1122, Riccardo di Carinola, zio di
Gionata, fu nominato Duca di Gaeta come
Riccardo II. Diversi studiosi, come il Federici e il Tosti, mettono in dubbio
che Riccardo Duca di Gaeta e Riccardo di
Carinola, figlio di Bartolomeo, siano la stessa persona, perché Pietro Diacono,
pur parlando di lui nella sua cronaca, non
lo cita mai col titolo di Duca di Gaeta.
Be’, tante cose non dice Pietro Diacono e tante cose le dice sbagliate; questa non è una novità per gli
studiosi.
In mancanza di un documento chiaro, ci si può affidare solo a
speculazioni logiche. Molto logiche. Da dove salterebbe fuori questo
improbabile altro Riccardo? Possiamo
davvero pensare che Riccardo di Carinola, dopo aver combattuto al fianco di suo
nipote Gionata per la difesa del Ducato, se lo sarebbe fatto soffiare da un
pinco pallino qualsiasi, e per giunta col suo stesso nome? E possiamo pensare che fosse corso in aiuto di Gionata per semplice filantropia familiare? Mi sembra una storia
molto insensata, che fa acqua da tutte le parti: l’uomo era di ben altra
tempra. E’ invece molto più logico
pensare che Riccardo di Carinola, alla morte del nipote, sia stato eletto Duca
di Gaeta, malgrado Pietro Diacono!
La prova viene infatti trovata in un Diploma spedito dallo stesso Duca Riccardo II per le monete
dei Follari e viene intitolato così: Riccardus
divina previdente clementia Consul et Dux prefate Civitatis; olim domni
Bartolomei proles Capuan Princ. et Calinensis
Comitis pie recordationis fiulius come ci riporta il Federici.
Sotto Riccardo ebbe termine il Ducato di Gaeta.
Re Ruggiero si impadronì del Principato capuano, ne fece principe Anfuso, suo terzogenito, e vi unì il Ducato di Gaeta, ormai considerato a tutti gli effetti parte del Principato di Capua.
Re Ruggiero si impadronì del Principato capuano, ne fece principe Anfuso, suo terzogenito, e vi unì il Ducato di Gaeta, ormai considerato a tutti gli effetti parte del Principato di Capua.
c.d.l.
Alcuni testi consultati
Bloc Herbert - Monte Cassino in the Middle Ages - Library of Congress -1986
Ciuffi Gaetano – Memorie istoriche ed archeologiche della
cuttà di Traetto – Na, 1854
Di Meo Alessandro – Annali critico diplomatici del Regno di
Napoli – vol. 9. Napoli, 1804
Federici G.B. – Degli antichi duchi e consoli o ipati della
città di Gaeta – Napoli, 1791
Gattola Girolamo – Ragionamento storico genealogico – Napoli,
1798
Gesualdo Erasmo - Osservazioni critiche sopra la storia della
via Appia – Napoli, 1754
Pietro Diacono - Chronica Monasterii Casinensis IV.54, MGH SS VII, p. 788, in Cawley’s
Foundation for Medieval Genealogy.
Rinaldo Ottavio – Memorie istoriche della fedelissima città
di Capua - Napoli, 1755
Tosti Luigi – Storia della Badia di Monte Cassino – Napoli,
1842
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